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Li Ji

Nato a Kunming nel 1963, si è laureato nel 1987 alla facoltà di incisione dell’Accademia di Belle Arti di Sichuan, si è poi perfezionato presso la facoltà di incisione dell’Accademia Centrale di Belle Arti a Pechino. Attualmente insegna pittura presso il dipartimento di belle arti dell’Accademia dello Yunnan.

 

Le tre esperienze più importanti e indimenticabili della mia vita non sono relative all’arte.

A settembre del 1987 sono salito per la prima volta su un ghiacciaio, si trattava del monte Tianbao nel distretto Diqing di Yunnan, la vetta è alta 5200 metri sul livello del mare. Per un alpinista di professione è una salita normale, ma per un inesperto come me era una prova mortale; per di più una tempesta all’improvviso ci ha sopreso, io e altri compagni siamo stati bloccati a meno di 100 metri dalla vetta. Senza possibilità di avanzare né di retrocedere, siamo stati costretti a fermarci col corpo piegato subendo le intemperie. Malgrado fosse solo un’ora, ogni minuto sembrava un tormento eterno. Nel cuore avevo tanta voglia di vivere e tanta paura di morire.

In agosto del 2007, io e Fei Min ci siamo sposati viaggiando, siamo andati a Parigi e Berlino, abbiamo trascorso due settimane in luna di miele.

A febbraio del 2012, io e mia moglie Fei Min eravamo in Nepal. Un giorno cercavamo di vedere tigre di Bengala e rinoceronti selvatici nel Parco nazionale Kitwan. Al tramonto, sulla sponda di uno stagno d’acqua, siamo stati sorpresi dall’attacco di due rinoceronti. La situazione era estremamente pericolosa. Ci siamo riparati su un albero e lì abbiamo passato quasi due ore in posizione accovacciata. I due rinoceronti ci hanno lasciato soltanto quando il sole era completamente scomparso. Scesi dall’albero, i nostri corpi erano irrigiditi a causa di una posizione mantenuta a lungo tempo, e le nostre gambe non si muovevamo. Ma l’adrenalina eccessiva per la forte emozione ci ha gettato in uno stato di eccitazione per tutta la serata.

A ricordo di Maurizio

Maurizio a me sembrava un tipico italiano, anzi un italiano molto colto, la classica figura di professore nei film europei. Bè, lui lo era davvero, era proprio un professore nato.

Titolo dell’opera: La nuova vita

Dalla nascita alla morte, noi erriamo sempre. Un viaggio breve ma anche lungo.

La valigia rappresenta il percorso della vita umana, la vita sembra un ciclo senza fine, dall’infanzia alla gioventù, all’età media e alla vecchiaia, poi ritorna all’infanzia e si ripete all’infinito. Sulle valige sono incollati molti scatti fotografici che registrano varie fasi della vita umana.

Con questa opera rendo omaggio a Maurizio.

Fotografia, valigia in tessuto, 73cm x 46cm, 2014