Maurizio, matita su carta, 10 x 7.5 cm, 2014, Verona

Ugo Tonello

Sto vivendo il mio sessantanovesimo anno e, pur non essendo un artista di professione, posso dire che l’arte ha avuto e ha, nella mia vita, un posto importante.

All’inizio, da ragazzo, mi sono dedicato all’arte perché avevo sperimentato che era per me una consolazione, anche se le mie opere portavano tracce della sofferenza che volevano lenire e consacrare.

In seguito questo amore mi ha aperto angoli sconosciuti dell’essere, quelli che non appaiono se non dopo una lunga, serena, attenta e curiosa osservazione delle “cose”… i mille volti della verità.

Così eccomi ancora a nutrirmi di immagini, a costruire immagini, sapendo bene che nella vita non arriviamo a nulla, ma andiamo… come la “tigre nella neve”, l’ultima opera di Hokusai.

Di Maurizio non posso dire molto perché non ho mai fatto una lunga, vera chiacchierata con lui. Detto questo però, la sua immagine nella mia mente è nitida e tranquilla.

L’immagine di una persona non invadente che da sicurezza più che cercarla.

Lo vedo che si aggira con le sue macchine fotografiche e i suoi obiettivi come aspettando che succeda qualcosa.

Mi resta il rammarico di non averlo conosciuto più da vicino